Estrema attenzione dei mercati mondiali per quanto sta avvenendo relativamente alle quotazioni del Petrolio. Ricapitoliamo: solo a Dicembre l’Opec ha trovato l’accordo per la riduzione della produzione di greggio, a cui si sono aggregati altri Paesi produttori tra i quali la Russia, il più grande tra i non allineati. La riduzione ha lo scopo di rialzare il prezzo del greggio e migliorare l’economia, in primis dei produttori.
In quei giorni alcuni paventavano la possibilità che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti a guardare e che avrebbero spinto al massimo la loro produzione annullando gli effetti del calo di produzione decisa dall’Opec, di più, mettendo nei guai questi Paesi, a quel punto con produzione ridotta e conseguente minori introiti non compensati dall’aumento della quotazione. Alcuni analisti, tra i quali lo stessi che aveva predetto la bolla immobiliare del 2008, avevano addirittura ipotizzato una nuova caduta del prezzo del petrolio intorno a quota 30$, cosa che avrebbe conseguenze pesanti, rimandando in recessione le economie mondiali vanificando tutti gli sforzi sinora fatti per riportarsi a galla.
Dopo una strenua resistenza oggi il Wti è sceso sotto quota 50 dollari, a 49,35 Dollari al barile, un calo dell’1,87% mentre il Brent segna 52,30 Dollari, anch’esso in calo dell’1,50%. Speriamo che i più pessimisti analisti questa volta si sbaglino ma visti i precedenti, francamente, c’è da tremare.